L'opera è un simbolo dell'angoscia
e dello smarrimento che segnarono tutta la vita del pittore norvegese.
La scena rappresenta un'esperienza vera della vita dell'artista: mentre
si trovava a passeggiare con degli amici su un ponte della città di Oslo,
il suo animo venne pervaso dal terrore. Lo stato d'animo del pittore viene raccontato da lui stesso in queste righe tratte dal suo diro nell'ospedale di Nizza:
« Camminavo
lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse
all'improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad
una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c'erano sangue e
lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo
ancora di paura... e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la
natura. »
La pagina del suo diario poi continua a descrivere più minuziosamente la scena che si presentò davanti ai suoi occhi, o forse solo nella sua testa!
le ultime crisi sono state proprio brutte.
mi pareva di soffocare, il mondo mi girava intorno, quasi non riuscivo a
stare in piedi: però ora va meglio, riesco a calmarmi, a guardarmi
indietro, a ricordare, qualche volta a rivivere quelle emozioni... Siete
mai stati in Norvegia? Lo sapete cosa vuol dire stare sul margine
estremo, al Nord dell'Europa? Oh, certo, magari qualcuno di voi è venuto
in vacanza, nella bella stagione, nelle lunghissime sere di giugno. Lo
so benissimo, ci sono addirittura delle navi da crociera, piene di luci,
con tanto di cabine di lusso, che percorrono i fiordi e approdano al
porto della mia città, Oslo. Giorni magnifici, non discuto. Per me, invece, cala l'angoscia. Ho il terrore
di rimanere solo. Voi che venite in Norvegia d'estate dite che qui si
sta bene, ma io da bambino, a soli cinque anni, ho visto morire mia
madre di tubercolosi, poi mia sorella Sofia, quindi, improvvisamente,
anche mio padre. Io stesso ho sempre avuto una salute fragile (lo
ammetto: col tempo, la vodka e l'acquavite non mi hanno aiutato!),
stretto da un'educazione puritana e moralista e le notti del grande
Nord, gelido e inospitale. La pittura mi ha aiutato a guardare dentro me
stesso, a trasmettere sentimenti ed emozioni [...] Mi
ricordo benissimo, era l'estate del 1893. Una serata piacevole, con il
bel tempo, insieme a due amici all'ora del tramonto. [...] Cosa mai
avrebbe potuto succedere? Il sole stava calando sul fiordo, le nuvole
erano color rosso sangue. Improvvisamente, ho sentito un urlo che
attraversava la natura. Un grido forte, terribile, acuto, che mi è
entrato in testa, come una frustata. D'improvviso l'atmosfera serena si è
fatta angosciante, simile a una stretta soffocante: tutti i colori del
cielo mi sono sembrati stravolti, irreali, violentissimi. [...] Anch'io
mi sono messo a gridare, tappandomi le orecchie, e mi sono sentito un
pupazzo, fatto solo di occhi e di bocca, senza corpo, senza peso, senza
volontà, se non quella di urlare, urlare, urlare... Ma nessuno mi stava
ascoltando: ho capito che dovevo gridare attraverso la pittura, e allora
ho dipinto le nuvole come se fossero cariche di sangue, ho fatto urlare
i colori. Non mi riconoscete, ma quell'uomo sono io. [...] L'intera
scena sembra irreale, ma vorrei farvi capire come ho vissuto quei
momenti. [...] Attraverso, l'arte cerco di vedere chiaro nella mia
relazione con il mondo, e se possibile aiutare anche chi osserva le mie
opere a capirle, a guardarsi dentro
Munch non era pazzo, ma molti psichiatri che l'hanno tenuto in cura hanno parlato più di " psicosi da attacchi di panico". Oggi è molto facile riconoscere questi sintomi di ansia estrema, ma all'epoca di Munch si veniva tacciati di essere affetti da schizofrenia, di stregoneria, o peggio ancora, di possessione demoniaca! Ci credo in pieno che il povero Munch, abbia avuto una reazione così esagerata nei confronti del suo malessere!
Questo post mi è molto a cuore, perchè credo che molti abbiano passato dei momenti sfrenati di ansia, compresa io eh, nel lontano ormai 2007! E allora come dice Munch, in questa pagina bellissima del suo diario, bisogna guardarsi dentro e capire la direzione della nostra anima!
Quando il cuore vuole andare in una direzione e la mente in un'altra, quasi mai la mente ha ragione!!!
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Un bacio dalla vostra Hanùl...alla prossima!
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