" Ricami di stelle" Hanùl: acrilici su cartincino |
“Cosa ricami?” mi chiese un
giorno un bambino venuto da un paese lontano.
“Milioni di quelle piccole
cose che si vedono qualche volta nel cielo” risposi.
“Di mosche?” mi chiese.
“Ma no, di piccole cose che
brillano” dissi.
“Di api?” chiese ancora.
“Ma no. Di quelle piccole
cose argentate che fanno sognare adulti e bambini” risposi.
“Ah! Di stelle?” mi domandò.
“Eccoci. Di stelle”.
Mi guardò con curiosità e mi
chiese a cosa mi sarebbero servite tutte quelle stelle ricamate. Gli risposi
che così potevo possederle.
“Possedere le stelle?” mi
chiese sorpreso.
“Certo, possederle” fu di
nuovo la mia risposta.
“E a che ti serve possedere
le stelle? Non ti basta guardarle nel cielo?”
“No, non mi basta!” fu questa
volta la mia risposta.
“Perché non ti basta?”
“Perché un giorno non
riuscirò più a vedere quelle lassù nel cielo color della notte”.
“Perché?” chiese.
“A causa dell’inquinamento
luminoso” risposi prontamente.
“Beh, forse basterebbe
spegnere le luci, no?” suggerì lui.
" Bambino che osserva le stelle" Loredana Preite |
“Sì, basterebbe. Ma nessuno è
più disposto a farlo. Anzi ogni giorno qualcuno accende una nuova luce in
qualche nuova parte del mondo. Insomma c’è troppa luce sul nostro pianeta e
intanto però si spengono i sogni…”
“Forse ci basterebbe andare
nel deserto? Magari lì è ancora sufficientemente buio, non credi?” suggerì di
nuovo lui.
“Sì, è sufficientemente buio
ma non basta!” replicai.
“Perché?”
“Perché intanto le stelle
continuano a cadere” gli spiegai.
“Sì, è vero ma ogni volta che
cade una stella puoi esprimere un desiderio” concluse lui.
“Sì, ma a furia di cadere,
nel cielo, un giorno, non ci saranno più stelle!!! E allora eccomi qui! Io le
ricamo così sono sicura di poter ammirare un cielo stellato ogni volta che mi
pare. E poi guarda…posso contarle, posso dare un nome alle più belle, posso
addirittura pescarle” gli risposi.
“Ma a che ti serve pescare
delle stelle ricamate?” chiese con voce ferma.
“Mi serve. E poi te l’ho già
detto. Per ammirarle quando e quanto mi pare” risposi.
“Ma a che ti serve ammirarle
quando e quanto ti pare se sono finte? Non sarebbe più conveniente guardare
quelle vere rimaste nel cielo?” chiese ancora.
Lo invitai a puntare i suoi
occhi al cielo. “Guarda! Troppe sono già le assenti. Il cielo è ogni giorno
sempre più vuoto e questo mi rende triste...” gli spiegai. E poi, lo sai che ogni volta che sparisce una stella, sparisce con
lei anche la possibilità di realizzare un sogno? Che ne sarà della nostra
fantasia? No, devo ricamarle. Ho ancora troppa voglia di fantasticare, ho
ancora… ho ancora… ho ancora bisogno di sognare, io…”
Racconto breve di Maria GraziaPreite
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